Negli ultimi anni, il ransomware si è affermato come una delle minacce informatiche più pervasive e dannose a livello globale. Dai titoli dei giornali alle cronache aziendali, gli attacchi ransomware sono diventati sempre più frequenti, colpendo non solo grandi organizzazioni ma anche piccole e medie imprese, enti governativi e persino infrastrutture critiche.
L’Italia, in particolare, si trova in una posizione vulnerabile: è il terzo Paese al mondo per numero di vittime di ransomware, un dato che evidenzia l’urgenza di adottare strategie di difesa più efficaci. In questo contesto, strumenti come Ransomfeed.it emergono come risorse preziose per monitorare le minacce e migliorare la sicurezza informatica.
Ma cos’è esattamente Ransomfeed, come funziona e perché è così importante per aziende e privati?
Ransomfeed è una piattaforma online che si propone di monitorare, analizzare e diffondere informazioni sugli attacchi ransomware in tempo reale. Nata per rispondere alla crescente necessità di consapevolezza e prevenzione, questa piattaforma raccoglie dati da fonti disparate – tra cui il Dark Web, forum specializzati e canali pubblici – per fornire un quadro dettagliato delle minacce in corso.
Il sistema si basa su un processo automatizzato di data scraping (raccolta dati) e analisi, che permette di identificare:
Tutte queste informazioni vengono poi organizzate in una dashboard intuitiva, accessibile gratuitamente, dove è possibile filtrare i dati per Paese, gruppo ransomware o periodo temporale.
In un panorama in cui gli attacchi ransomware sono sempre più sofisticati, avere accesso a dati aggiornati e verificati può fare la differenza tra prevenire un attacco e subirne le conseguenze.
Secondo i dati di Ransomfeed, i settori più vulnerabili nel nostro Paese includono:
Questi ambiti sono particolarmente a rischio perché gestiscono dati sensibili e, spesso, dispongono di infrastrutture IT meno protette.
Nel resto del mondo i settori più vulnerabili sono molto differenti, ecco la TOP 10 del 2025 secondo Ransomfeed
Le statistiche parlano chiaro: dall’inizio del 2020, Ransomfeed ha registrato 401 vittime italiane, su un totale globale di oltre 12.000 attacchi. Nel 2024, l’Italia si posiziona al quinto posto nella classifica mondiale degli Stati più colpiti, dietro a USA, UK, Canada e Germania, ma davanti a Francia, Brasile e Spagna.
La situazione è preoccupante, ma non irreversibile. Strumenti come Ransomfeed aiutano a migliorare la resilienza fornendo informazioni cruciali per prevenire e mitigare gli attacchi.
La piattaforma offre diverse funzionalità per tenersi aggiornati:
Visualizza in tempo reale gli ultimi attacchi, con filtri per Paese, gruppo ransomware e data.
Un feed RSS fornisce aggiornamenti automatici da siti web, come Ransomfeed, direttamente nel tuo lettore preferito (es: Feedly). Ti avvisa su nuovi attacchi ransomware, gruppi attivi e trend, senza dover cercare manualmente le informazioni. Basta iscriversi al feed per ricevere gli alert in tempo reale.
Ransomfeed pubblica analisi quadrimestrali (in italiano e inglese) che approfondiscono trend e tecniche utilizzate dai cybercriminali.
È possibile consultare dati su:
Gli attacchi ransomware non accennano a diminuire, anzi, diventano sempre più mirati e distruttivi. In questo scenario, la prevenzione è l’arma migliore.
Ransomfeed rappresenta un passo avanti nella lotta al ransomware, democratizzando l’accesso a informazioni cruciali che, fino a poco tempo fa, erano disponibili solo per esperti del settore.
Se l’Italia vuole ridurre la sua esposizione a questa minaccia, deve investire in consapevolezza e strumenti avanzati. Perché nel mondo del ransomware, l’ignoranza non è bliss… è un rischio concreto.
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reschBigou387
Articolo molto utile e attuale! È impressionante vedere come l’Italia sia tra i Paesi più colpiti dal ransomware — spesso si sottovaluta quanto anche le PMI siano vulnerabili. Sarebbe interessante approfondire come le aziende possano integrare il monitoraggio proattivo con una formazione continua del personale, che spesso rappresenta l’anello più debole nella catena della sicurezza.
Simone
La vulnerabilità delle PMI italiane è un tema ricorrente, soprattutto quando si parla di ransomware as a service.
Il monitoraggio proattivo, unito alla formazione continua ed a una segmentazione corretta della rete, può fare la differenza tra una violazione contenuta e un disastro.