Negli ultimi due anni, il settore della sanità Italiana ha subito un’impennata allarmante di attacchi informatici, con un aumento del 50% rispetto al periodo precedente. Questi episodi non solo minacciano la riservatezza dei dati sensibili dei pazienti, ma compromettono anche il normale funzionamento dei servizi ospedalieri, con ripercussioni gravi sulla qualità dell’assistenza medica.
Secondo i dati dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), tra il 2022 e il 2023 si sono verificati 45 incidenti documentati, con una media di 2,6 attacchi al mese. Quasi la metà di questi episodi ha causato un peggioramento dei servizi sanitari, rallentando le prenotazioni, ritardando le visite e, in alcuni casi, paralizzando interi reparti.
Ma perché il sistema sanitario è diventato un bersaglio così appetibile per i cybercriminali? E, soprattutto, cosa si può fare per invertire questa pericolosa tendenza?
Uno dei principali fattori che espongono le strutture sanitarie agli attacchi informatici è la scarsa adozione di protocolli di sicurezza avanzati. Molti ospedali utilizzano ancora sistemi obsoleti, privi di aggiornamenti critici, e spesso mancano di firewall efficaci o sistemi di crittografia per proteggere i dati sensibili. Basti pensare che la maggior parte dei sistemi operativi utilizzati nel sistema sanitario Italiano è ancora Windows XP o Windows 7 che, se pur sono sistemi relativamente leggeri e affidabili, sono anche una grave polveriera obsoleta piena di falle di sicurezza critiche e non aggiornate.
Inoltre, come sottolineato dall’ACN, il personale medico e amministrativo spesso non riceve una formazione adeguata in materia di cybersecurity. Questo si traduce in errori umani che facilitano l’accesso ai criminali informatici, come:
Tra le minacce più pericolose per la sanità italiana ci sono i ransomware, un tipo di malware che crittografa i dati e chiede un riscatto in cambio della loro liberazione. Gli ospedali, essendo strutture critiche, sono spesso costretti a pagare somme elevate per ripristinare i servizi, alimentando un circolo vizioso che incentiva ulteriori attacchi.
Alcuni casi eclatanti degli ultimi anni hanno dimostrato quanto questi attacchi possano essere devastanti:
L’ACN ha stilato una serie di raccomandazioni urgenti per contrastare questa emergenza:
L’aumento del 50% degli attacchi informatici nel settore sanitario italiano è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Se non si interviene con misure concrete, il rischio è quello di vedere paralizzati interi ospedali, con conseguenze drammatiche per la salute pubblica.
La cybersecurity non è più un optional, ma una priorità assoluta. Servono investimenti strutturali, una cultura della sicurezza condivisa e una collaborazione tra istituzioni e aziende tecnologiche per proteggere un settore vitale come quello sanitario.
Il tempo a disposizione è poco, e ogni giorno di ritardo può significare un nuovo attacco, un nuovo paziente a rischio, un nuovo ospedale in difficoltà. La sanità italiana merita protezione e innovazione, perché la sicurezza dei dati è, prima di tutto, sicurezza delle persone.
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